News | Cataratta e miopia: scompare il bisturi dalla sala operatoria


Il Sole 24 ore - 26 novembre 2012

 «Il nuovo laser a femtosecondi garantisce maggiore precisione, riproducibilità dei risultati, ridotto traumatismo rispetto al bisturi». A dirlo è Carlo Vanetti, direttore del Centro di Oftalmologia clinica e Microchirurgia oculare di Milano. Un chirurgo che vanta un’esperienza ventennale nel settore, con all’attivo più di 24mila interventi. È stato uno dei precursori della tecnica di facoemulsificazione a ultrasuoni della cataratta e, da gennaio 2012, la sua sala operatoria è stata la seconda in Italia ad essersi arricchita del laser a femtosecondi. «Sono molto soddisfatto di avere a disposizione questa nuovissima tecnologia - spiega Vanetti - per eseguire gli interventi di microchirurgia della cataratta e per la correzione laser dei difetti visivi come miopia, astigmatismo, ipermetropia e, quando è possibile, anche presbiopia». Vanetti ha scelto di utilizzare questa nuova tecnica «l’anno scorso, subito dopo aver partecipato al congresso mondiale di chirurgia oculistica dell’American Society of Cataract and Refractive Surgery tenutosi a San Diego, dove sono stati presentati buoni risultati clinici e un’ottima qualità dei recuperi visivi.
Evitare totalmente l’uso del bisturi durante l’intervento è un indubbio vantaggio, sia per il chirurgo che per il paziente». Il laser a femtosecondi emette impulsi di qualche micron di diametro ad altissima frequenza e intensità, che consentono di sezionare i tessuti in modo preciso e omogeneo; ciò aumenta la standardizzazione delle incisioni chirurgiche, riducendo del 30% l’uso di strumenti all’interno dell’occhio.

Il laser per l’intervento di cataratta

Le fasi principali dell’intervento vengono programmate dal chirurgo al computer ed effettuate dal laser in poche decine di secondi. «Nella chirurgia della cataratta è sufficiente un’anestesia topica con gocce di collirio - spiega Vanetti - l’intervento è completamente indolore, dura circa venti minuti, tanto da apparire al paziente come un procedimento relativamente semplice. In realtà occorrono una grande competenza, anni di ricerca scientifica ed esperienza clinica. Il laser a femtosecondi evita l’uso dei bisturi per effettuare le due piccole incisioni corneali di 2,4 e 0,8 millimetri, apre con precisione l’involucro esterno del cristallino e divide in quattro settori la cataratta. Successivamente, si aspira il nucleo opaco con una sonda a ultrasuoni e si inserisce il cristallino artificiale. Le nuove lenti intraoculari sono preventivamente calcolate e selezionate in base alle caratteristiche cliniche del paziente e riescono a correggere circa l’80% dei difetti visivi preesistenti, compresi miopia, astigmatismo e ipermetropia. Con questa tecnica non sono necessari punti di sutura, il che consente un rapido recupero visivo post operatorio». Tra le novità che riguardano le lenti intraoculari, si annoverano le lenti toriche, che per la prima volta possono essere inserite nell’occhio per correggere fino al 70% dei difetti astigmatici.

La selezione, innanzitutto

«Indispensabile è l’attenta selezione da parte del chirurgo dei pazienti da operare: solo il 60% degli occhi è infatti pienamente compatibile con queste metodiche chirurgiche - avverte l’esperto -. Chi non dovesse presentare caratteristiche cliniche adeguate, può comunque affidarsi alla facoemulsificazione a ultrasuoni della cataratta, un intervento molto sicuro, efficace e collaudato. Qualsiasi tecnica venga usata, i pazienti da me operati descrivono l'intervento come un'esperienza positiva e per nulla traumatizzante».

Dalla miopia all’astigmatismo

Il laser a femtosecondi permette di correggere anche miopia, astigmatismo, ipermetropia e, in alcuni casi, anche la presbiopia, grazie alla tecnica Femto Lasik che prevede l’uso combinato del laser a femtosecondi e di quello ad eccimeri. Niente lame o bisturi, tutto avviene con poche gocce di collirio anestetico nel giro di 15 minuti. Dopo l’intervento, il paziente avverte solo lievi fastidi nella regione oculare come bruciore e sensazione di corpo estrneo, che presto scompaiono, mentre la visione viene recuperata rapidamente e si stabilizza dopo 24-48 ore. «Anche in questo caso, però - precisa Vanetti -, è importante selezionare i pazienti: solo il 60% degli occhi può essere trattato con successo con questa tecnica. Una delle condizioni indispensabili per procedere è avere più di 20-22 anni e una stabilità del difetto visivo che dura da almeno due anni. Un’approfondita visita preliminare, corredata da una serie di esami strumentali, fornisce al chirurgo i necessari elementi di valutazione. Tutti i dati tecnici rilevati vengono poi inseriti in un programma computerizzato che permette di calcolare virtualmente la fattibilità dell’intervento e l’attendibilità del risultato finale».

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