Dicono di noi | Cataratta con il Laser a Femtosecondi: sparisce il bisturi dalla sala operatoria



Il Laser durante l’intervento di cataratta effettua solo tre passaggi che normalmente vengono eseguiti dalle mani del Chirurgo, le altre fasi vengono effettuate dallo specialista con l’aiuto del microscopio operatorio e di strumenti miniaturizzati. La precisione del laser consente una maggiore standardizzazione e riproducibilità delle varie fasi dell’intervento.


Prima Fase: con il Laser si esegue una incisione corneale autobloccante che non necessita punti di sutura.


Il Laser esegue le incisioni corneali senza l’uso del bisturi. Il Laser esegue le incisioni corneali
senza l’uso del bisturi.
Un delicato bisturi esegue l’incisione corneale di 2,5 mm. Un delicato bisturi esegue l’incisione
corneale di 2,5 mm.

Seconda Fase: Il Laser crea una apertura perfettamente circolare sulla membrana che riveste la cataratta, questo “coperchio” viene poi aperto manualmente dal chirurgo.


Il Laser incide la capsula anteriore del cristallino a bulbo chiuso. Il Laser incide la capsula anteriore del
cristallino a bulbo chiuso.
La capsuloressi  manuale con pinza. La capsuloressi manuale con pinza.
 

Terza Fase: Il Laser inizia a frammentare il nucleo della cataratta facilitandone la divisione e la successiva rimozione con la sonda ad Ultrasuoni (Facoemulsificazione).


La sonda ad ultrasuoni aspira la cataratta frammentata dal Laser. La sonda ad ultrasuoni aspira
la cataratta frammentata dal Laser.
Facoemulsificazione: la sonda ad ultrasuoni frammenta ed aspira la cataratta. Facoemulsificazione: la sonda ad ultrasuoni
frammenta ed aspira la cataratta.
Laser a femtosecondi Laser a femtosecondi

Gli ultimi anni hanno rappresentato una svolta epocale per la chirurgia oculistica: molte comuni patologie dell’occhio hanno trovato nuove ed efficaci soluzioni. Per saperne di più, abbiamo incontrato il Dott. Carlo Vanetti, direttore del Centro di Oftalmologia Clinica e Microchirurgia Oculare di Milano. Il Dott. Vanetti ha un’esperienza ultra ventennale nella risoluzione chirurgica delle patologie oculari, avendo realizzato più di 24 mila interventi. Dallo scorso gennaio, la sua sala operatoria si è arricchita di uno strumento innovativo: il laser a femtosecondi. “Sono molto soddisfatto di avere a disposizione questa nuovissima tecnologia - spiega il dottor Vanetti - siamo il secondo centro in Europa a utilizzare il laser a femtosecondi Technolas Victus per gli interventi di microchirurgia della cataratta e per la correzione laser dei difetti visivi come miopia, astigmatismo, ipermetropia e, quando è possibile, anche presbiopia.”

Quando ha scelto di utilizzare questa nuova tecnica?
“L’anno scorso, subito dopo aver partecipato al Congresso Mondiale di Chirurgia Oculistica ASCRS (American Society of Cataract and Refractive Surgery) tenutosi a San Diego, dove sono stati presentati buoni risultati clinici e un ottima qualità dei recuperi visivi. Evitare totalmente l’uso del bisturi durante l’intervento è un indubbio vantaggio, sia per il chirurgo che per il paziente; per gli americani è già l’era della “Bladeless Surgery”.

Come funziona esattamente questo nuovo laser?
“Il laser a femtosecondi emette impulsi di qualche micron di diametro ad altissima frequenza ed intensità per sezionare i tessuti in modo incredibilmente preciso ed omogeneo; aumenta così la standardizzazione e la precisione delle incisioni chirurgiche, si riduce del 30% l’uso e la manipolazione di strumenti all’interno dell’occhio. In estrema sintesi: meno traumi, più precisione, più riproducibilità e recuperi visivi più rapidi e prevedibili. “

Il laser a femtosecondi è utilizzabile anche per l’intervento di cataratta?
“Si, oggi è possibile. In tal caso, è sufficiente un’anestesia topica con gocce di collirio: l’intervento è completamente indolore, dura circa venti minuti, tanto da apparire al paziente come un procedimento relativamente semplice. In realtà occorrono una grande competenza, anni di ricerca scientifica ed esperienza clinica. L’estrema precisione del laser a femtosecondi evita l’uso dei bisturi nell’effettuare le due piccole incisioni di 2.5 e 0.8 mm., apre con precisione l’involucro esterno del cristallino e divide in quattro settori la cataratta. Successivamente, si finisce di frantumare ed aspirare il nucleo opaco con una sonda ad ultrasuoni e viene inserito il cristallino artificiale. Questa lente bionica preventivamente calcolata in base alle caratteristiche cliniche del paziente, riesce a correggere circa l’80% dei difetti visivi preesistenti e talvolta anche la presbiopia. Nessun punto di sutura e rapido recupero visivo post operatorio. Indispensabile è l’ attenta selezione dei pazienti da operare: solo il 60% degli occhi è pienamente compatibile con questo tipo di chirurgia. Chi non dovesse presentare caratteristiche cliniche adeguate, sa di poter comunque fare affidamento sulla tecnica di facoemulsificazione ad ultrasuoni, molto efficace e super collaudata ”.

Il laser a femtosecondi permette anche di sconfiggere la Miopia?
“Sì, miopia, Astigmatismo, Ipermetropia ed in alcuni casi selezionati anche la Presbiopia, vengono corretti grazie alla tecnica Femto Lasik che prevede l’uso combinato sia del laser a Femtosecondi sia del laser ad Eccimeri. Niente lame o bisturi, tutto avviene con poche gocce di collirio anestetico e nel giro di 15 minuti. Dopo l’intervento il paziente avverte solo piccoli fastidi in regione oculare che presto scompaiono, la visione viene recuperata rapidamente in 4/6 ore e si stabilizza dopo 24/48 ore. Anche in questo caso, però, è importante selezionare i pazienti: solo il 60% degli occhi possono esser trattati con successo con questa tecnica. Fondamentale è avere più di 20/22 anni ed una stabilità del difetto visivo di almeno due anni. Un’approfondita visita preliminare fornisce al chirurgo i necessari elementi di valutazione. I dati inseriti in un programma computerizzato permettono di calcolare virtualmente la fattibilità dell’intervento e l’attendibilità del risultato finale. L’esperienza dello specialista nel valutare la situazione clinica del paziente orientano poi la strategia e la tecnica specifica di intervento”.